Martedì 13 novembre 2012 gli studenti di classe quinta incontrano il poeta Antonio Riccardi, che hanno avuto modo di conoscere con la lezione preparatoria condotta dal dottor Stefano Raimondi.
"La poesia di Antonio Riccardi"
NOTA BIOGRAFICA
Antonio Riccardi è nato a Parma nel 1962. Vive a Sesto San Giovanni, città industriale alle porte di Milano, e lavora nell'editoria.Laureato in filosofia all'Università di Pavia, si è occupato di mistica dell'età rinascimentale pubblicando un saggio su questo argomento presso University of Pennsylvania Press di Philadelphia.Ha raccolto le sue poesie nei libri "Il profitto domestico" (Mondadori, 1996) e "Gli impianti del dovere e della guerra" (Garzanti, 2004, vincitore del Premio Elsa Morante); "Aquamara e altre poesie d'amore", Garzanti, 2009.
Oltre ad essere direttore editoriale della Mondadori Libri, collabora a diverse riviste e quotidiani e partecipa alla direzione delle riviste culturali "Nuovi argomenti" (Mondadori) e "Letture" (Edizioni San Paolo).
Ha curato il volume di saggi "Per la poesia tra novecento e nuovo Millennio" (Edizioni San Paolo). Per la collana Oscar Classici ha curato le edizioni del "Candelaio" e della "Cena delle Ceneri" di Giordano Bruno.
Ha tenuto conferenze e lezioni in Italia, negli Stati Uniti, in Francia e in Danimarca.
Ha preso parte nel 2009 all'Omaggio ad Alfonso Gatto, oragnizzato a Salerno in occasione del Centenario della nascita del poeta salernitano.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:
OPERE POETICHE:
PREMI:
SAGGI CRITICI:
TEMI CHIAVE:
COME DEFINISCE LA SUA POESIA E LA SUA ORIGINE:
“Individuare nella poesia un certo modo di vedere la realtà vuol dire darle credito. Essere disposti ad ascoltarla, quando arriva sotto una forma plausibile, non terrorizzante, non drammatica, mi sembra una scelta in grado di riscuotere oggi un largo consenso di pubblico. Come tutta l’arte contemporanea di ricerca, la poesia sconta una certa distanza, una difficoltà, per via di una storia novecentesca molto chiusa all’ascolto. Ecco, occorre che i lettori si avvicinino fiduciosi alla poesia. Scopriranno senz’altro una apprendibilità…”
POESIE
1.
Vado all’indietro all’ombra
Giù per un canale d’erba tra felci d’acqua
Fino al vascone di sasso
In un fondo di secoli e radici
Così lontano ma poco lontano da casa
Dove miste tra un bene e un altro bene
Si perdono stagioni senza peso
Al pasto del sole.
Vado all’indietro nell’erba
All’ombra tra gli alberi di porcellana
Nel segreto di una famiglia.
Non so se questo mi salverà.
(da: Il profitto domestico, Mondadori, 1996)
2.
La domenica attraversavo indenne
la nuvola delle madrepore
in fuga dal granchio gigante del Giappone
e dai fiori carnivori africani.
Sorprendenti pericoli che mio padre
già sotto il peso delle gravitazioni
punto da chissà che spine e solo
nelle sue illuminazioni, per me solveva.
La domenica del dovere e del Museo
- pomeriggio per gli animali e Dio
la mattina - in custodia all'angelo
fino a sera, fin dentro la giungla.
(da: "Bestiario d'amore", in "Aquamara e altre poesie d'amore", Garzanti, 2009)
3.
Anno dopo anno il formichiere
muore lottando col giaguaro.
Da lontano non diresti la verità
di tanta combustione.
Un abbraccio o un passo figurato
invece, o l'incontro con l'angelo.
Se però vai lì lo vedi e lo sai.
Uno artiglia l'altro che lo morde
qal muso. Si tengono in tensione
e quasi vibrano uno dell'altro
fissati a un punto della vita
uguale dal primo minuto.
Giaguaro e formichiere imprigionati
nella perfetta luce di una sola azione
selvatica, senza sangue né scelta.
Ferocia con ferocia e attorno
nella siepe tra la stipa delle fate
i fiori sanno solo il loro bene.
4.
Le bambine rimaste molto da sole
da grandi sono donne irresistibili.
Così sono le sirene.
Si vedono la sera a certe latitudini
nuotare nell'acqua fluorescente
la pelle dolce, d'incanto e sotto di rame.
A volte, di giorno escono dall'acqua,
restano ferme all'ombra sotto i portici
e sentono rifiorire il rimpianto.
5.
Una volta, alle tre meno cinque,
due parlavano delle sirene.
L'ombra dei due e di un grande mango,
il nutrimento del falco sulla terra rossa...
Poi uno guarda nell'acqua e capisce.
L'altro domanda, guarda anche lui
sul fondo della piscina, ma non la vede.
Un'altra l'hanno vista all'Idroscalo.
L'hanno vista d'estate che guardava
verso Brasilia. Forse sapeva della laguna
sotto gli archi irregolari.
Nessuno sa dire però se sia la stessa
vista nuotare felice a Itamaraty
non molto tempo dopo.
6.
Ho visto e saputo poco
del mondo perfetto dell’acciaio
appena sull’orlo della fine
perfetto benché l’operaio – ma l’uomo
dice nel Capitale senza tremare –
sia imperfetto strumento di produzione
del moto uniforme e continuo.
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